Taino

         I villaggi Taino si trovavano in radure nella foresta, non sulla costa, c'erano due tipi di abitazioni, il bohio, costruzione circolare nella quale vivevano insieme anche più nuclei familiari, e il caney costruzione più grande e rettangolare nella quale abitava il cacicco con le sue numerose mogli ed i suoi figli.



         Queste capanne si costruivano con foglie di palma, raccolte sulle rive di fiumi o laghi, e con legname. Per dormire usavano delle amache di cotone (la parola amaca è di origine taina).



         L’abbigliamento, anche a causa della mitezza del clima, era praticamente sconosciuto: gli uomini, le donne nubili, gli adolescenti di entrambi i sessi e i bambini praticavano la nudità completa mentre le donne sposate connotavano il loro stato indossando solo un minuscolo coprisesso di paglia, cotone o foglie, chiamato nagua.



         Sia i maschi che le femmine si dipingevano il corpo con colore nero, bianco, rosso o giallo e si decoravano i corpi con tatuaggi per proteggersi dagli spiriti maligni. Usavano adornarsi orecchi e labbra con oro, argento, pietre, ossa o conchiglie.

         I Taino, che erano miti e pacifici, subivano frequenti incursioni da parte dei feroci e bellicosi Caribe che spesso li sconfiggevano e, dopo la vittoria, cannibalizzavano le vittime della battaglia e riducevano in schiavitù i maschi sopravvissuti, adulti e ragazzi, che venivano castrati e messi all’ingrasso per essere poi cucinati e mangiati in occasione di qualche festa; delle femmine catturate, invece, si mangiavano solo le vecchie, mentre quelle ritenute sessualmente appetibili venivano nutrite e lasciate in vita anche per anni con lo scopo di sottometterle sessualmente, finché fossero in grado di dare piacere erotico ai loro padroni, per poi, una volta invecchiate, far subire loro inesorabilmente la stessa sorte che avevano patito i loro compagni.

         Se una di queste sventurate partoriva un maschio, questo veniva subito castrato. Ciò avveniva non solo per essere sicuri che un essere con sangue nemico non potesse riprodursi, ma anche per fare in modo che, come si fa per gli animali, diventasse un cibo più buono e tenero quando, dopo averlo allevato con cura per un periodo che spesso durava molto tempo, avrebbero deciso di mangiarlo.


         “...gli indigeni delle Indie Occidentali [erano] soliti a divorare e i nemici catturati in battaglia, nutriti e ingrassati, come maiali nei porcili, in appositi recinti e i figli usciti dal ventre delle loro schiave…”. (G. Cardani, 'De rerum varietate libri XVII', Avignone, 1558 p. 56)


 “Gli abitanti dei Caraibi erano soliti castrare i bambini appositamente per ingrassarli e mangiarli. Garcilasso de la Vegas ci racconta di un popolo selvaggio che ingrassava e mangiava i bambini che avevano dalle loro prigioniere, le quali non venivano ingrassate e mangiate subito ma erano tenute in vita come concubine appositamente per quello scopo e quando avevano passato l'età della procreazione venivano anch'esse uccise e mangiate”. (J. Locke, Saggio sull'intelletto umano, I, II, 9)


…Ma quantunque l'Ammiraglio fosse desideroso di sapere ogni cosa, nondimeno, per andare a soccorrere quelli ch'egli aveva lasciati, volle seguire il suo cammino verso la Spagnola: ma per violenza del tempo il giovedì ai 14 di novembre sorse in un'isola nella quale comandò che si prendesse qualcuno per sapere dove si trovava, e mentre il battello tornava all'armata menando quattro donne e tre fanciulli che aveva presi, trovò una canoa nella quale erano quattro uomini e una donna, i quali, vedendo di non poter fuggire, vogando si apparecchiarono alla difesa; e così percossero due Cristiani con le saette, le quali scoccarono con tanta forza e destrezza che la donna passò una targa dall'un lato all'altro; ma, investendoli impetuosamente il battello, la canoa si travolse, e però li presero tutti in acqua nuotando; un dei quali così nuotando tirava di molte frecce come se fosse stato in terra. A questi avevano tagliato il membro genitale, perché sono dai Caribi presi in altre isole e poi castrati, se sono maschi, affinché ingrassino, quasi come noi usiamo d'ingrassare i capponi, a ciò che siano più saporiti al gusto. (Fernando Colombo VITA DI CRISTOFORO COLOMBO)

     I Taino, come avviene sempre ai popoli miti, passarono dalle persecuzioni dei Caribe a quelle degli Spagnoli il che evitò loro di finire mangiati da feroci indios ma non di essere ridotti in schiavitù e di estinguersi per le nuove malattie portate dai conquistatori e per gli stenti disumani (punizioni corporali, abusi sessuali, fame, fatica) a cui furono crudelmente sottoposti.